Nine Marks of a Healthy Church/Expositional Preaching/it

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==== Sottomissione alla Parola di Dio, non alla conoscenza del predicatore  ====
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Possiamo accettare l’autorità della Parola di Dio e professare anche che la Bibbia non sbaglia mai, ma se non predichiamo in modo espositivo (indipendentemente dalle nostre intenzioni), non predicheremo mai più di quanto già conosciamo. Un predicatore può prendere un passo delle Scritture per esortare chi lo ascolta su un argomento importante, senza predicare realmente sul tema
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Possiamo accettare l’autorità della Parola di Dio e professare anche che la Bibbia non sbaglia mai, ma se non predichiamo in modo espositivo (indipendentemente dalle nostre intenzioni), non predicheremo mai più di quanto già conosciamo. Un predicatore può prendere un passo delle Scritture per esortare chi lo ascolta su un argomento importante, senza predicare realmente sul tema di quel passo. Quando questo accade, il predicatore e l’assemblea ascolteranno dalle Scritture soltanto quello che sanno già.
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Quando invece predichiamo un passo delle Scritture nel suo contesto, in modo espositivo, prendendo il tema di quel passo come soggetto del messaggio, ascoltiamo da Dio cose che inizialmente non pensavamo di ascoltare. Dall’iniziale chiamata al ravvedimento a quegli aspetti della nostra vita rispetto ai quali lo Spirito, recentemente, ci ha convinti di peccato, la nostra salvezza consiste nell’ascoltare Dio come non avremmo mai immaginato prima. Questa sottomissione pratica alla Parola di Dio, deve essere evidente nel ministero di un predicatore. Non vi confondete: è in primo luogo responsabilità della chiesa locale fare in modo che sia così. (Lo testimonia Gesù, per quanto attiene chi ascolta, in Matteo 18 e Paolo in 2 Timoteo 4). Una chiesa non deve mai incaricare di svolgere un ruolo di supervisione spirituale del gregge, chi non dimostra un concreto impegno nell’ascolto e nell’insegnamento della Parola di Dio. Fare altrimenti, signifi cherebbe inevitabilmente ostacolare lo sviluppo della chiesa, incoraggiarla praticamente a crescere soltanto al livello del pastore. In tal caso, la chiesa si omologherebbe lentamente al suo modo di pensare, anziché al modo di pensare di Dio.
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==== Dio ha sempre creato il Suo popolo mediante la Sua Parola  ====
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È sempre stata la Parola di Dio a creare il popolo di Dio. Dalla creazione in Genesi 1 alla chiamata di Abrahamo in Genesi 12, dalla visione della valle delle ossa secche in Ezechiele 37 alla venuta della Parola vivente, Dio ha sempre creato il Suo popolo mediante la Sua Parola. Come scrisse Paolo ai Romani: “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17) e come l’apostolo scrisse ai Corinzi: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21).
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In una chiesa, una sana predicazione espositiva è spesso una fonte di crescita. Nell’esperienza di Martin Lutero, questa accuratezza rispetto alla Parola di Dio rappresentò l’inizio della riforma.

Revision as of 23:31, 22 July 2008

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Defi nizione di predicazione espositiva

Occorre iniziare dal punto in cui Dio ha iniziato con noi: dalle Sue parole. Così è derivata la nostra salute spirituale e così verrà anche la salute spirituale delle nostre chiese. L’impegno nella predicazione espositiva, uno dei più antichi metodi di predicazione, è particolarmente importante per chiunque abbia una posizione di responsabilità nella chiesa ed in particolare per il pastore della chiesa. Questo genere di predicazione ha come scopo esporre ciò che insegna un particolare brano delle Scritture, spie gandone accuratamente il signifi cato ed applicandolo alla chiesa locale (vedi Nehemia 8:8). Ci sono, ovviamente, molti altri generi di predicazione. I sermoni inerenti ad argomenti specifi ci, ad esempio, raggruppano l’insegnamento di tutti i passi biblici su di un singolo argomento, come la preghiera o l’offerta. Le predicazioni biografi che affrontano la vita dei personaggi biblici e li descrivono per dimostrare la grazia di Dio ed offrire esempi di fede e fedeltà. La predicazione espositiva, invece, è qualcos’altro: è la spiegazione e l’applicazione di una particolare porzione della Parola di Dio.

La predicazione espositiva non è essenzialmente uno stile

La predicazione espositiva presuppone credere nell’autorità delle Scritture, ma è qualcosa di più.

L’impegno alla predicazione espositiva è un impegno all’ascolto della Parola di Dio. Anche ai profeti dell’Antico Testamento e agli apostoli del Nuovo Testamento non fu dato soltanto l’incarico di andare e di predicare, ma ricevettero un messaggio specifi co, per questo oggi i predicatori cristiani hanno autorità di parlare da parte di Dio fi n tanto che pronunciano le Sue parole. Così l’autorità della predicazione espositiva inizia e fi nisce con le Scritture. Talvolta si può confondere la predicazione espositiva come lo stile preferito di un certo predicatore, ma non si tratta sostanzialmente di uno stile. Come altri hanno osservato, la predicazione espositiva non è tanto il modo in cui ci esprimiamo, quanto il modo in cui decidiamo quello che dobbiamo dire. Non è caratterizzata da una forma particolare, ma da un contenuto biblico.

Sottomissione alla Parola di Dio, non alla conoscenza del predicatore

Possiamo accettare l’autorità della Parola di Dio e professare anche che la Bibbia non sbaglia mai, ma se non predichiamo in modo espositivo (indipendentemente dalle nostre intenzioni), non predicheremo mai più di quanto già conosciamo. Un predicatore può prendere un passo delle Scritture per esortare chi lo ascolta su un argomento importante, senza predicare realmente sul tema di quel passo. Quando questo accade, il predicatore e l’assemblea ascolteranno dalle Scritture soltanto quello che sanno già.

Quando invece predichiamo un passo delle Scritture nel suo contesto, in modo espositivo, prendendo il tema di quel passo come soggetto del messaggio, ascoltiamo da Dio cose che inizialmente non pensavamo di ascoltare. Dall’iniziale chiamata al ravvedimento a quegli aspetti della nostra vita rispetto ai quali lo Spirito, recentemente, ci ha convinti di peccato, la nostra salvezza consiste nell’ascoltare Dio come non avremmo mai immaginato prima. Questa sottomissione pratica alla Parola di Dio, deve essere evidente nel ministero di un predicatore. Non vi confondete: è in primo luogo responsabilità della chiesa locale fare in modo che sia così. (Lo testimonia Gesù, per quanto attiene chi ascolta, in Matteo 18 e Paolo in 2 Timoteo 4). Una chiesa non deve mai incaricare di svolgere un ruolo di supervisione spirituale del gregge, chi non dimostra un concreto impegno nell’ascolto e nell’insegnamento della Parola di Dio. Fare altrimenti, signifi cherebbe inevitabilmente ostacolare lo sviluppo della chiesa, incoraggiarla praticamente a crescere soltanto al livello del pastore. In tal caso, la chiesa si omologherebbe lentamente al suo modo di pensare, anziché al modo di pensare di Dio.

Dio ha sempre creato il Suo popolo mediante la Sua Parola

È sempre stata la Parola di Dio a creare il popolo di Dio. Dalla creazione in Genesi 1 alla chiamata di Abrahamo in Genesi 12, dalla visione della valle delle ossa secche in Ezechiele 37 alla venuta della Parola vivente, Dio ha sempre creato il Suo popolo mediante la Sua Parola. Come scrisse Paolo ai Romani: “La fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Romani 10:17) e come l’apostolo scrisse ai Corinzi: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21).

In una chiesa, una sana predicazione espositiva è spesso una fonte di crescita. Nell’esperienza di Martin Lutero, questa accuratezza rispetto alla Parola di Dio rappresentò l’inizio della riforma.

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