Nine Marks of a Healthy Church/Biblical Church Discipline/it

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Revision as of 19:23, 23 July 2008 by Kirstenyee (Talk | contribs)
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La settima caratteristica di una chiesa sana è la pratica della disciplina della chiesa. Una pratica biblica della disciplina della chiesa dà senso all’essere membri della chiesa. Benché, di solito, sia stata praticata dalle chiese fi n dall’epoca di Cristo, nelle ultime generazioni è venuta meno nella normale vita della chiesa evangelica.

Dio richiede santità

Originalmente, noi esseri umani siamo stati fatti ad immagine di Dio per essere testimoni del carattere di Dio nei confronti del creato (Genesi 1:27). Per questo motivo, non c’è da sorprendersi che nell’Antico Testamento, nel formare un proprio popolo, Dio lo abbia istruito alla santità, affi nché il carattere di quel popolo potesse avvicinarsi al Suo (vedi Levitico 19:2; Proverbi 24:1,25). Questa era la base per correggere alcuni o per escludere altri dalla comunità nell’Antico Testamento (come in Numeri 15:30-31) e su queste basi è stata modellata anche la chiesa del Nuovo Testamento (vedi 2 Corinzi 6:17-7:1; 13:2; 1 Timoteo 6:3-5; 2 Timoteo 3:1-5).

Giudicare

Oggi, però, questa idea sembra molto negativa. Dopo tutto, in Matteo 7:1, il Signore Gesù non ci proibì di giudicare? Certamente, in Matteo 7:1 Gesù proibì di giudicare, ma nello stesso vangelo, Gesù ci disse anche di ammonire gli altri, quando peccano, anche al punto di sgridarli pubblicamente (Matteo 18:15-17; cfr. Luca 17:3). Quindi, qualsiasi cosa Gesù intendesse dire in Matteo 7:1, vietando di giudicare, certamente non voleva escludere tutto ciò che si intende con il verbo “giudicare”. Dio stesso è giudice. Lo fu nel giardino dell’Eden e noi restiamo sotto il Suo giusto giudizio fi nché rimaniamo nei nostri peccati. Nell’Antico Testamento, Dio giudicò sia le nazioni sia gli individui e nel Nuovo Testamento noi cristiani siamo avvisati che le nostre opere saranno giudicate (vedi 1 Corinzi 3). Dio, per amore, sottopone a disciplina i Suoi fi gli e condannerà gli empi, nella Sua ira (vedi Ebrei 12). Ovviamente, nel giorno fi nale, Dio si rivelerà come il Giudice ultimo (Apocalisse 20). Nel giudicare Dio non sbaglia mai, è sempre giusto (vedi Giosuè 7; Matteo 23; Luca 2; Atti 5; Romani 9).

Dio si attende che la chiesa giudichi

Per molti oggi è una sorpresa sapere che Dio vuole che anche altri giudichino. Lo stato ha la responsabilità di giudicare (vedi Romani 13). Ci è detto di giudicare noi stessi (vedi 1 Corinzi 11:28; Ebrei 4).

Ci è detto anche che, nella chiesa, dobbiamo giudicare gli uni gli altri (benché non nel modo fi nale in cui Gesù giudica). Le parole di Gesù in Matteo 18, quelle di Paolo in 1 Corinzi 5 - 6 e molti altri passi, indicano con chiarezza che la chiesa deve esercitare il giudizio, nel proprio ambito e che questo giudizio ha uno scopo redentivo e non di vendetta (Romani 12:19). Nel caso dell’adultero di Corinto e dell’insegnante di false dottrine ad Efeso, Paolo disse che dovevano essere esclusi dalla chiesa e consegnati a Satana, affi nché potessero imparare e le loro anime potessero essere salvate (vedi 1 Corinzi 5, 1 Timoteo 1).

Non c’è da sorprendersi che ci sia stato ordinato di giudicare. Dopo tutto, se non possiamo dire come non deve vivere un credente, come potremmo dire in che modo deve vivere? Una delle mie obiezioni riguardo ai numerosi programmi di discepolato della chiese, è che sono come acqua versata in secchi rotti. Si presta attenzione soltanto a quello che si versa dentro, ma non si pensa affatto a come è ricevuto e trattenuto.

Chiudere la porta d’ingresso, aprire la porta sul retro

Un autore che scrive sulla crescita della chiesa, di recente ha riassunto i suoi suggerimenti su come aiutare una chiesa a crescere: “Aprite la porta d’ingresso e chiudete la porta sul retro”. Con questo, intendeva dire che dovremmo lavorare per rendere più accessibile la chiesa alle persone e svolgere un miglior lavoro nel seguirle. Sono entrambi buoni obiettivi. Oggi, però, ci sono già molti pastori che desiderano avere chiese con porte d’ingresso aperte e porte sul retro chiuse. Tentare di seguire un modello biblico, invece, dovrebbe indurci a questa strategia: “Chiudere la porta d’ingresso ed aprire la porta sul retro”. In altri termini, da una parte rendere più diffi cile l’accesso e dall’altra fare sì che sia più facile essere esclusi. Questi passi aiuteranno la chiesa a recuperare la sua divina, affascinante diversità rispetto al mondo.

Accogliere i nuovi membri

La disciplina dovrebbe in primo luogo rifl ettersi nel modo in cui le chiese accolgono i nuovi membri. Cerchiamo di sapere se coloro che stanno per diventarne membri vivono in un modo tale da onorare Cristo? Comprendiamo la serietà dell’impegno che assumiamo nei loro confronti e che assumono nei nostri? Se fossimo più attenti nel riconoscere e nell’accogliere nuovi membri, in seguito, avremmo meno occasioni di praticare la disciplina correttiva nella chiesa.

Disciplinare in modo responsabile

Certamente ogni genere di disciplina nella chiesa può essere praticata in modo sbagliato. Il Nuovo Testamento ci insegna di non giudicare gli altri in base a ciò che possiamo attribuire loro (vedi Matteo 7:1), o di non giudicarci a vicenda in merito a questioni non essenziali (vedi Romani 14-15). Questo è un argomento denso di problemi nelle sue applicazioni pastorali, ma dobbiamo ricordare che tutta la vita cristiana è diffi cile ed è soggetta ad errori. Non dovremmo fare delle nostre diffi coltà una scusa per non affrontare entrambe. Ogni chiesa locale è responsabile di giudicare la vita e gli insegnamenti dei propri leader ed anche dei propri membri, in particolare se entrambi possono compromettere la testimonianza della chiesa al Vangelo (vedi Atti 17; 1 Corinzi 5; 1 Timoteo 3; Giacomo 3:1; 2 Pietro 3; 2 Giovanni).

Cinque ragioni a favore di una disciplina correttiva

La disciplina biblica della chiesa è una semplice obbedienza a Dio ed una semplice ammissione della nostra necessità di essere aiutati. Ecco cinque ragioni positive a favore di questo genere di disciplina correttiva nella chiesa: ha uno scopo positivo (1) per chi è disciplinato, (2) per gli altri credenti che vedono i pericoli del peccato, (3) per la salute della chiesa nel suo insieme e (4) per la testimonianza collettiva della chiesa, soprattutto perché (5) la nostra santità deve rispecchiare la santità di Dio. Essere un membro della

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