Nine Marks of a Healthy Church/Biblical Theology/it

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Revision as of 00:25, 23 July 2008 by Kirstenyee (Talk | contribs)
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La predicazione espositiva è importante per la salute di una chiesa. Però, ogni metodo, per quanto possa essere buono, è soggetto ad abusi e quindi deve essere sottoposto a verifi ca. Nelle nostre chiese, non dovremmo preoccuparci soltanto del modo in cui si insegna, ma di cosa si insegna. In particolare, dovremmo avere una sana comprensione del Dio della Bibbia e delle Sue vie.

“La sana dottrina”

“Sana” è un’espressione vecchio stile. Negli scritti pastorali di Paolo a Timoteo e a Tito, “sana” signifi ca affi dabile, accurata o fedele. Si tratta di un’immagine che trae origine dal mondo della medicina e signifi ca completo o in buona salute. In 1 Timoteo 1, leggiamo che la sana dottrina è modellata secondo il Vangelo ed è l’opposto dell’empietà e del peccato. Paolo, in 1 Timoteo 6:3, in modo ancora più chiaro contrappone alle “false dottrine” “le“ sane parole del Signore nostro Gesù Cristo” e la “dottrina che è conforme alla pietà”. Così, nella sua seconda lettera a Timoteo, egli esorta Timoteo, dicendo: “Prendi come modello le sane parole che hai udite da me” (2 Timoteo 1:13). L’apostolo lo avverte che “verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie” (2 Timoteo 4:3).

Quando Paolo scrisse a Tito, un altro giovane pastore, espresse le stesse preoccupazioni. Coloro che Tito avrebbe dovuto nominare come anziani, dice Paolo, dovevano essere attaccati “alla parola sicura, così come è stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono” (Tito 1:9). Egli esorta Tito a riprendere severamente i falsi maestri “perché siano sani nella fede” (Tito 1:13). Paolo incarica Tito dicendogli: “Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina” (Tito 2:1).

Unità, diversità e carità

Se dovessimo esporre tutto ciò che costituisce un sano insegnamento, dovremmo riprodurre l’intera Bibbia, ma in pratica ogni chiesa stabilisce quali sono i temi rispetto ai quali occorre essere in completo accordo, o si può essere in parziale disaccordo, oppure può esserci completa libertà.

Nella chiesa nella quale servo, a Washington, pretendiamo che chiunque desideri esserne un membro creda nella salvezza mediante l’opera di Gesù Cristo soltanto. Inoltre, condividiamo lo stesso modo (o un modo molto simile) d’intendere il battesimo dei credenti e la conduzione della chiesa. L’uniformità in merito a questi ultimi due punti non è essenziale per la salvezza, ma essere d’accordo rispetto ad essi è utile da un punto di vista pratico ed è sano per la vita della chiesa.

Possiamo accettare alcune diversità su questioni non collegate alla salvezza. Così, ad esempio, benché siamo tutti d’accordo che Cristo tornerà, non ci sorprende essere in disaccordo tra noi rispetto ai tempi del Suo ritorno. Possiamo avere completa libertà riguardo ad argomenti ancor meno importanti o chiari, come il diritto alla resistenza armata, o riguardo a chi sia l’autore della Lettera agli Ebrei.

In merito a tutto questo, il principio da seguire dovrebbe essere semplice: più ci avviciniamo al cuore della nostra fede, più dobbiamo attenderci che la nostra unità si esprima in un comune modo di intendere la fede. La chiesa degli esordi si espresse in questi termini: nelle cose essenziali unità, nelle cose non essenziali diversità, in tutte le cose carità.

Affrontare dottrine complesse e controverse

Un insegnamento sano include un chiaro impegno rispetto a dottrine spesso trascurate, benché chiaramente bibliche. Se dobbiamo apprendere la sana dottrina della Bibbia, dobbiamo anche affrontare dottrine che possono essere diffi cili, oppure che possono dividere, ma sono fondamentali per la comprensione dell’opera di Dio tra noi. Ad esempio, la dottrina biblica dell’elezione è spesso evitata perché troppo complessa, oppure perché potrebbe confondere. Comunque sia, è innegabile che si tratti di una dottrina biblica e questo è importante. Benché ci possano essere implicazioni che non comprendiamo completamente, non è affatto una questione secondaria che la nostra salvezza, in defi nitiva, provenga da Dio e non da noi. Si trascurano anche altri quesiti importanti ai quali la Bibbia risponde:

• Le persone, in sostanza, sono cattive o buone? Hanno semplicemente bisogno di incoraggiamento e di una maggiore autostima, oppure hanno bisogno di perdono e di una vita nuova?
• Che cosa fece Gesù morendo sulla croce? Rese possibile una scelta, oppure fu il nostro sostituto?
• Che cosa accade quando si diventa credenti?
• Se siamo credenti, possiamo esser certi che Dio continuerà a prendersi cura di noi? Se è così, la Sua continua sollecitudine si fonda sulla nostra fedeltà, oppure sulla Sua?
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